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PRESENTAZIONE LIBRO "SALSEANDO Y BAILANDO"

Mi auguro di cuore che in queste pagine troverete qualcosa di più di un semplice saggio. Mi auguro che  troverete qualcosa che sappia aprirvi le porte di un mondo affascinante come quello della salsa. ma che  allo stesso tempo vi dia modo di conoscere più da vicino l’autore di questo viaggio, attraverso le sue storie, gli aneddoti, i suoi appunti, le sue poesie, ma anche i suoi tormenti, i dubbi, le sofferenze, le  speranze, le gioie come le delusioni.
Spero che tutto ciò non sia solo il frutto di uno sfrenato protagonismo, di un volersi parlare addosso, ma solo il reale desiderio di svelare se stessi, il proprio mondo, le proprie emozioni a tutte quelle persone che amano scavare nel profondo, che cercano di dare un senso alle cose che fanno e che nella salsa cercano qualcosa di più di uno svago o di un piacevole passatempo.
Il compito che mi attende non é facile. In questi ultimi anni gli esperti dei ritmi e dei balli afro-caraibici si sono moltiplicati e non é facile affrontare nuovamente la storia della salsa senza il rischio di ripetersi, di non dire niente di nuovo o peggio di cadere nei tranelli del campanilismo o della scarsa obiettività. Molti mi rimprovereranno di presunzione, qualcuno non mi perdonerà mai il fatto di essere italiano, altri non mi riconosceranno alcun autorità in merito. La cosa però non mi preoccupa: non mi spaventano le critiche! Da quando ho cominciato a frequentare le piste salsere sono sempre stato abituato a lottare contro i pregiudizi e contro questo strisciante razzismo alla rovescia. In questo ambiente avere la pelle bianca non mi ha certamente aiutato: niente mi è stato mai regalato e quello che sono riuscito a fare, nel bene e nel male, l’ho fatto sempre con le mie mani, a volte a costo di grandi sacrifici e di una fede incrollabile nelle cose che facevo, giuste o sbagliate che fossero.
Accetto quindi questa nuova sfida con, da una parte l’orgoglio delle mie radici e con l’altra la consapevolezza di voler scrivere qualcosa di diverso, qualcosa che mi appartenga per davvero, che non sia solo una sfilza di nomi più o meno conosciuti o una noiosa e accademica storia della salsa o del ballo latino, ma che sia piuttosto un contenitore di emozioni. É soprattutto un viaggio interiore: la storia di una passione o forse semplicemente quella di un amore contrastato.
Ebbene, lo ammetto, per troppo tempo ho amato la salsa al di là di ogni altra cosa, anteponendola persino agli affetti più cari. Ciò mi ha dato tante gioie ma mi ha procurato anche tanti dolori. Ho conosciuto tantissime persone, ho vissuto molti amori, conquistato nuovi amici, conosciuto l’ebbrezza di un effimero successo, ma ho visto anche quegli amori svanire davanti alle incertezze di un futuro senza un domani, quegli amici sparire davanti al fuoco dell' ambizione e quel successo minacciato sempre dal vento dell' invidia e della maldicenza.
La ricerca di un mio equilibrio interiore accanto ad una mia crescita personale mi ha portato col tempo a guardare questa mia passione per la salsa in maniera diversa, più critica, sicuramente più matura.
Molto parlerò di questo rapporto verso la salsa, un rapporto nel quale molti, leggendo questo libro, credo si riconosceranno.
Un rapporto sofferto che, pur tra grandi entusiasmi e cocenti delusioni, ha profondamente cambiato la mia vita, che mi ha aperto orizzonti in apparenza inaccessibili, ma che mi ha messo allo stesso tempo davanti ai miei limiti sia fisici, che spirituali. Un turbinio di emozioni che mi ha aiutato a conoscere meglio me stesso come il mio corpo, che mi ha aiutato a confrontarmi con la gente come con il mio io profondo, ma che ha saputo generare in me un interesse incontenibile non solo per la salsa e la cultura che la esprime ma anche per tutto l’affascinante mondo della danza.
Una sempre più irrefrenabile passione che ancora oggi mi dà, al di là di tutto, la gioia profonda di entrare in pista, magari al suono di un’orchestra, di abbracciare teneramente una ragazza, di chiudere gli occhi e partire insieme a lei alla volta di un viaggio fantasmagorico senza ritorno.

 

Un avvertimento importante: questo libro non é un metodo di ballo, non pretende insegnare a ballare la salsa, né tanto meno vuole proclamare delle verità assolute (l'unica vera scuola è forse proprio la calle, ovvero la strada).
Come giustamente sottolinea lo scrittore colombiano Alejandro Ulloa:
“Ballare salsa significa conoscere un ampio repertorio forgiatosi al ritmo del son, della guaracha, del mambo, del chachacha, della rumba, persino del rock and roll. Ed è per questo che gli abitanti di Cali lo hanno appreso senza la necessità di prendere lezioni dal professor Arthur Murray che, secondo la casa discografica RCA Victor, è il miglior e più conosciuto maestro di ballo del mondo, solo perché ogni settimana più di 100.000 persone prendono lezione nelle sue scuole o perché, grazie a lui, milioni di persone hanno imparato a ballare per posta (complimenti!) o attraverso il suo libro “Come diventare un bravo ballerino”. Mai abbiamo visto il professor Murray né a Cali, né in televisione, né abbiamo letto il suo libro o preso lezioni da lui per posta. A Cali si balla senza ricorrere a questi artifici che sono così cari ai gringos che ogni giorno si inventano nuove formule perfino per fare all’amore, come se l’amore ed il ballo non venissero dal profondo e non facessero parte del nostro ritmo vitale.”
L’ intento di questo mio nuovo lavoro é, paradossalmente, quello di far crollare le vostre certezze e di impiantare nella vostra mente come nei vostri cuori il seme del dubbio.

 

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